Il mio imprinting l’ho avuto nell’età dell’infanzia.
Quando avevo 4, 5 anni, ho vissuto in campagna con mia nonna. Ho sempre pensato
che nella zona in cui ho casa in Romania non ci fosse nulla di particolare, un
fiume che attraversa un’immensa pianura caratterizzata principalmente da
colture miste e, ogni tanto, qualche distesa boscosa. Mi è sempre sembrato
tutto piatto, orizzontale e privo di attrattiva. Abituata sin da piccola a
questo tipo di paesaggio, non ho mai dato troppa importanza a ciò che mi stava
attorno, né ho mai cercato di leggere con più attenzione quello che mi
circondava. O almeno così è stato finché non sono venuta a vivere in Italia. Da
allora, ogni anno che tornavo a casa, guardavo il paesaggio e la mia città con
occhi diversi, inizialmente con gli occhi nostalgici di chi vive lontano da
casa e successivamente con gli occhi curiosi di chi, anno dopo anno, riscopre
la propria terra. Proprio in questa fase, un bel pomeriggio estivo, ero in
campagna, dove ho vissuto alcuni anni della mia vita, e, camminando in mezzo ai
campi mi accorgo di una cosa ai miei occhi stupefacente. Sin da piccola, quando
mi portavano al paesino dove vivevo con mia nonna, lungo la strada osservavo
dal finestrino i campi, non riuscendo mai a vedere il paesino, che appariva magicamente davanti ai miei occhi,
così, di punto in bianco, e poi, così come era apparso, scompariva ogni volta che
andavo via. Ogni volta cercavo di capire il trucchetto ed ogni volta mi
sorprendevo di questa meravigliosa “magia” che avveniva sotto i miei occhi da
bambina. Era come se quel piccolo villaggio, pieno di vita, fosse coperto da
una strana teca che lo nascondeva al resto del mondo, quasi a proteggerlo.
Ecco, quel pomeriggio, mi sono resa conto della magia: il paesino si è
sviluppato all’interno di un avvallamento. Quest’enorme pianura è interrotta da
questo avvallamento e da sopra è impercettibile la presenza dell’intero
paesino, che si è sviluppato longitudinalmente all’interno di questo spazio. Al
di fuori dell’avvallamento lo spazio antropico rimane intatto, l’orizzonte è
libero a 360° e a pochi passi c’è la vita costruita dall’uomo, nascosta e
protetta dalla propria terra e che allo stesso tempo cerca di rispettare, senza
andare ad intaccare, questo orizzonte
infinito, che difficilmente si riuscirebbe a trovare altrove. Non mi ero
mai accorta di come questo posto a me tanto caro mi avesse influenzato, ma durante
la lezione sull’imprinting mi è bastato un attimo, senza alcuna esitazione, a
capire che quello è stato il mio imprinting. La predilezione verso un paesaggio antropico quasi intatto, verso
orizzonti liberi ed infiniti ne è la prova. Inoltre, altra caratteristica che
sono solita amare nelle architetture e che cerco, quando è possibile, di
inserire nei miei progetti è la frammentarietà,
l’isolato, il singolo. In Romania, infatti, prevalgono due tipi di abitazioni:
i grandi palazzi multi piano e le case unifamiliari ad uno o due livelli al
massimo, dove io ho vissuto. Questa cosa mi è rimasta ancor di più in mente dal
paesino di campagna, dove c’erano tutte case monofamiliari con un unico
livello.
Caratteristiche: orizzonale, nascosto, frammentato
SCHIZZI
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